Franz AlexanderGli elementi fondamentali della psicoanalisiSansoni, Firenze 1972 |
Introduzione alla lettura di Luigi AnepetaIl saggio di Alexander si realizza tutto nella cornice dell'ortodossia, con un timido di contestazione della teoria dell'istinto di morte, peraltro interessante perché fondato sull'idea che la spinta a sciogliere i legami, nonché espressione di distruttività, potrebbe essere anche una motivazione programmata per indurre la differenziazione dell'individuo da essi. Quest'intuizione, peraltro, non trova altro riscontro nel saggio. Se Alexander contesta la teoria dell'istinto di morte, la sua impostazione teorico-pratica è fortemente vincolata al principio di interpretare i sintomi sulla base delle vicissitudini primarie della sessualità e dell'aggressività. Un esempio estremo del pedomorfismo che caratterizza tutti gli analisti ortodossi e comporta il misconoscimento dei fattori storico-sociali. Essendi vissuto negli Stati Uniti, Alexander naturalmente non ignora del tutto il problema. Ma il capitolo sesto è ben poco incisivo e, per di più, si conclude con la riproposizione ridicola della teoria dell'Orda primitiva, del Parricidio e dell'Edipo come fattori universali. I casi clinici sono numerosi e, dalla loro esposizione, si ricava l'impressione di una grande partecipazione umana all vicende del paziente. E' significativo però che Alexander sottolinei la delicatezza del processo analitico e la difficoltà di applicarlo alle psicosi perché il fine dell'analisi è pur sempre quello di porre l'individuo a contatto con un Es pericoloso e caotico. L'umanità del terapeuta può senz'altro giovare ai pazienti, ma una terapia incentrata su di una teoria che identifica nell'Es un calderone ribollente di pulsioni è destinata inesorabilmente a fallire o ad ottenere risultati parziali. Indice(INTRODUZIONE)(PREFAZIONE)(CAPITOLO I LA POSIZIONE DELLA PSICOANALISI NELLA MEDICINA)(CAPITOLO II NATURA DELLA COMPRENSIONE PSICOLOGICA)
CAPITOLO III I PRINCÌPI FONDAMENTALI DEL DINAMISMO PSICHICO
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